vista



Argento grigio, cinerino argento,
pallor di solitaria onda di olivi
che si raccoglie a valle, ove i declivi
posano in un sopor d'ombra e di vento.


E odor di menta, odor umido e lento
di fieno, chiocciolìo roco di rivi
o di polla che ognor li ravvivi,
tra suon di augelli ne' silenzi spento. […..]




( Ottobre, Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, 1871 - 1919)


Ortonovo  con i suoi 8.465 abitanti  è il comune ligure più orientale, confinante con la Toscana e posto ai piedi delle Alpi Apuane.

Il suo capoluogo “Hortus Novus”, riferito con probabilità alla lavorazione e alla coltivazione delle terre collinari, sorge su una delle colline che diradano verso la piana del fiume Magra, insieme ai vicini centri di Iliolo, Nicola, Annunziata. La restante parte del suo territorio trova sbocco verso la pianura e il mare dove si trovano i resti archeologici dell’antica città romana di Luni.

Nel corso della storia queste terra di confine è stata oggetto di forti eventi capaci di rivoluzionare la vita delle popolazioni, la natura dei luoghi e la loro ricchezza.

Prima i Liguri-Apuani hanno lasciato la  loro impronta sul territorio,  poi i Romani hanno fondato nel 177 a.C. la colonia di “Luna” che fino alla caduta del’Impero ha rappresentato uno dei centri  più importanti in Italia per la presenza del sicuro porto, i fertili terreni e i bacini marmiferi.

Dal periodo tardo antico fino al basso medioevo, le feroci lotte tra Goti, Bizantini, Normanni, Arabi e i nuovi comuni vicini hanno sconvolto il territorio, e la stessa città di Luni è stata lentamente abbandonata dagli abitanti che si sono spostati verso il nuovo centro di Sarzana e sulle vicine colline dove hanno creato i borghi ancora presenti.

Lo spostamento del baricentro economico e politico verso i nuovi centri emergenti, condizionato dalla presenza della Via Francigena arteria vitale per il passaggio delle merci,  è continuato fino alla metà del novecento, ed ha lasciato i borghi del Comune di Ortonovo in  una posizione marginale, legati un economia rurale limitata alle risorse legate alla lavorazione della vite e del vino e soltanto con le bonifiche di fine ottocento anche allo sfruttamento dei prodotti dei terreni nella pianura.

Questa situazione, che ben si riflette anche nella morfologia del territorio, caratterizzato da un lunga valle che risale il torrente Parmignola verso le colline e le ultime propaggini delle Apuane, ha permesso nello stesso tempo di salvaguardare in gran parte la genuinità e i valori rurali delle tradizioni, delle religiosità dei rituali e ritmi della natura.

Soltanto con la ricostruzione ed il "miracolo" economico degli anni Sessanta del secolo scorso il Comune di Ortonovo si integra completamente nei modelli di sviluppo dell'Italia settentrionale subendo importanti trasformazioni economiche sociali e territoriali.


Sono gli anni della crescita della popolazione; numerosi nuovi fabbricati vengono realizzati in tutto il territorio concentrandosi principalmente nella piana attorno alla nuova chiesa di Caffaggiola e sottoferrovia fra la zona archeologica ed il torrente Parmignola, viene costruito un villaggio al Forlino in prossimità della giovane rete autostradale che attraversa la Piana di Luni-Marinella, mentre sul Parmignola vengono insediate le segherie per la lavorazione del marmo estratto dalle cave della vicina Carrara.

Diminuisce il peso dell'agricoltura e acquistano importanza i settori dell'industria e dell'artigianato che occupano circa il 54% della popolazione attiva e che sono legate in particolar modo alla lavorazione dei marmi e dei graniti che, nonostante abbia prodotto problemi di ordine ambientale

Emerge con chiarezza da quanto e' stato detto finora, la necessità, il dovere culturale e sociale di richiamo alla storia vicina e lontana della comunità, di esaltare tutte quelle specificità che oggi caratterizzano il Comune di Ortonovo, l'unicità di un paesaggio che trova  uniti gli ambienti della collina, del piano e del torrente, l'originalità dei centri storici di Nicola, Ortonovo e dell'Annunziata, la suggestione dei nuclei antichi, quali il Forno e Rigoletto e di Volpiglione, e delle vecchie case agricole, dei frantoi, la ricchezza culturale dei mulini e il mistero della antica città  romana di Luni, la cui valorizzazione rappresenta un opportunità unica per promuovere un ritorno dall’indotto turistico per tutto il territorio.

Pertanto il turismo appare la naturale vocazione del territorio ortonovese affinché siano valorizzate le numerose potenzialità in esso esistenti: un suo sviluppo e' legato necessariamente ad iniziative volte a sostenere l'agricoltura specialistica ( olivicoltura e viticoltura ), al fine di rispettare ed eventualmente risanare l'ambiente e di conservare le tradizioni del mondo rurale, ancora capace di sorprenderci e  mantenere intatto il suo richiamo.

Per informazioni più precise e dettagliate sull’assetto economico e sociale attuale della città, è possibile consultare il sito del Comune di Ortonovo al seguente link:

www.comune.ortonovo.sp.it