Teatro di Luni

Se tu riguardi Luni e Urbisaglia
come sono ite, e come se ne vanno
di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia,
udir come le schiatte si disfanno
non ti parrà nova cosa né forte,
poscia che le cittadi termine hanno.

(Dante Alighieri, Divina Commedia - Par.XVI-73,79)

 

La colonia di Luni fu fondata dai Romani nel 177 a.C., per stabilirvi un posto avanzato contro i Liguri Apuani, ai quali avevano faticosamente strappato quel territorio; il nome della città deriverebbe da una dea primitiva italica o dalla forma a falce del porto cittadino.

La fondazione di una colonia romana in questa zona indica che il territorio era assai importante dal punto di vista strategico, militare e commerciale: l'accorta politica romana prevedeva il trasferimento di intere famiglie in tali zone, per lo più veterani di guerra, ai quali venivano concessi appezzamenti di terreno con diritto ereditario; e così avvenne per Luni.

I Liguri, tuttavia, non si rassegnarono alla perdita di un territorio così importante e continuarono a combattere finché furono definitivamente sconfitti, nel 154 a.C., dal console Claudio Marcello.

Con il consolidamento del dominio romano, la colonia iniziò la propria ascesa economica: la città ebbe, infatti, un'industria di scultori del marmo, forse una fonderia di bronzi ed una fabbrica di oggetti in vetro; i cives lunensi erano anche abili commercianti e seppero trarre vantaggi dalle materie prime della zona: esportavano legname delle foreste appenniniche, i celebri formaggi della zona cari a Marziale e a Plinio, i vini locali, ma soprattutto il marmo, fra cui soprattutto il richiestissimo marmo bianco.

Sotto l'impero di Augusto la Liguria divenne parte della Regio VII Etruria e Luni conobbe il periodo del suo massimo splendore, con l'ampliamento del foro ed una forte espansione edilizia, mentre in età giulio-claudia raggiunse un notevole sviluppo monumentale.


Rutilio Namaziano, nell'anno 416 ne ammirava ancora dal mare le bianche mura e cantava di una terra ricca di marmi che sfidano il candore dei gigli e le bianche nevi; certamente era ancora fiorente nel V secolo se, nell'ordinamento delle diocesi, venne prescelta come sede vescovile.


Nel 642, la città fu occupata militarmente dai Longobardi guidati da Rotari, devastata e ridotta a semplice villaggio e le sue famiglie di un tempo avviate ad un rapido declino.


L'avvento dei Franchi determinò una nuova crisi nella città che, in seguito, non fu in grado di evitare un terribile saccheggio da parte dei pirati saraceni e, pochi anni più tardi (860), il famoso assalto dei Normanni che segnò la fine dello splendore altomedievale di questa città. Il progressivo impaludamento della zona, il conseguente diffondersi della malaria, l'abbandono delle abitazioni, oltre che le necessità difensive fecero il resto: nel 1201, la sede vescovile venne trasferita a Sarzana e Luni perse l'ultimo ed il più importante carattere della sua condizione di città.

Della colonia romana rimasero soltanto rovine, destinate a scomparire per la violenza della natura e degli uomini; ma le leggende legate alla loro storia, il fascino di ciò che resta della grandezza del passato, la bellezza del paesaggio circostante ed il mistero che ancora circonda la fine della città, fanno della visita a Luni antica un'esperienza indimenticabile.

La sua ricca storia è stata ricostruita da campagne di studi e di scavo che, a partire dal 1837, hanno prodotto un'ingente catalogazione; l'effettuazione degli scavi ha riportato alla luce buona parte dell'antica città che presenta resti archeologici di notevole valore riferiti all'età repubblicana, all'età imperiale e all'età alto-medievale.

I resti della città romana, sono musealizzati e inclusi nel percorso di visita del Museo Archeologico Nazionale di Luni. L'attuale edificio museale, inaugurato nel 1964, nacque con l'obiettivo, non completamente riuscito, di riunire i reperti provenienti dagli scavi archeologici di Luni che risultavano dispersi in diverse istituzioni museali italiane.

L'area archeologica comprende diverse aree pubbliche della città romana quali il foro, l'area capitolina e il decumano massimo, la Basilica civile, la curia e il cardine massimo, il Grande Tempio e alcune dimore signorili (Domus dei Mosaici, Domus Settentrionale, Domus degli Affreschi). All'interno dell'area archeologica, in casali ottocenteschi, sono situate sezioni tematiche distaccate del Museo. Anche i resti dell'anfiteatro, posto al di fuori dell'antica cinta muraria, sono inclusi nell'area archeologica.

La valorizzazione del sito archeologico, rappresenta un opportunità unica per tutto il territorio e i comuni limitrofi, offrendo al possibilità di sviluppare un indotto turistico valido tutto l’anno.


per maggiori informazioni vedi:

PROGETTO GRANDE LUNA 
Linee guida del Parco Archeologico della città antica e del suo terrritorio. Ortonovo (SP) 2008.
su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali  
e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria
Copyright della Soprintendenza su testi e foto

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