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Il territorio che costituisce l’attuale Comune di Massarosa è ubicato in Versilia, al nord della Toscana. Dei luoghi, Raffaello Bertoli[1] scrive: “Geograficamente, la Versilia è una striscia di terra compresa fra due laghi, il versante occidentale della Alpi Apuane e il mar Tirreno. A nord, il lago di Porta, ormai prosciugato; a sud, quello di Massaciuccoli, caro a Puccini… Il clima di Massarosa e di Massaciuccoli, antico porto romano sul lago, è eccezionale, vi maturano arance e limoni, vi fruttificano le palme. Dal mare si raggiungeva il porto lungo il canale di Viareggio. Viareggio non c’era…”. C’è anche chi pensa che Annibale, per raggiungere inatteso il Trasimeno, sia passato da qui. “…forse il ‘per paludes’ di Livio indica la parte [un tempo] paludosa a sud del Lago di Massaciuccoli, zona che oggi si chiama ‘La Costanza’…“

Vero è che i differenti paesaggi che costituiscono il territorio di Massarosa, dolcemente posato su una piana che, degradando lentamente, si fa mare ancor prima di giungervi, si apre in un mirabile paesaggio distribuito tra collina, pianura e zona lacustre, che ha conservato in più siti le tracce lasciate dalle genti che vi si sono insediate fin dall’antichità.

Chiesa RomanicaMassarosa ha una superficie di 69.25 kmq, ospita complessivamente circa 20.000 abitanti, ed è diviso in sedici frazioni, distribuite per la maggior parte lungo il raggio dei suoi quindici chilometri di lunghezza. Sette di queste frazioni, Quiesa, Bozzano, Massarosa, Piano del Quercione, Piano di Conca, Piano di Mommio, Stiava, giacciono in pianura; le altre, Mommio, Corsanico, Bargecchia, Pieve a Elici, Compignano, Montigiano, Gualdo, Valpromaro e Massaciuccoli si trovano a varia altitudine sulle colline, dalla cui sommità si contemplano il Lago appunto di Massaciuccoli, oggi strettamente legato alla fortuna delle melodie di Puccini, ed il mar Tirreno, retrostante, che si mostra come un’ampia rada, al cui orizzonte, nei giorni chiari, si stagliano le sagome delle isole dell’Arcipelago Toscano, raccolte sotto l’Elba.

Al di sotto della strada provinciale Sarzanese, che si snoda alle estreme pendici dei colli da Quiesa a Montramito, si stende la parte pianeggiante di questo Comune. Arrivando da Viareggio, superata la prima fascia costiera in cui predominano le dune e la macchia bassa mediterranea, si incontra una fetta umida di territorio, caratterizzata dalla presenza di paludi, fossi e piccole aree bonificate, che chiude il confine naturale a sud incontrando il Lago di Massaciuccoli.

Chi proviene da Lucca, disceso il monte che apre la via del mare, trova per primo il paese di Quiesa, supera Bozzano, ex importante centro industriale calzaturiero, ed entra nel capoluogo Massarosa, situato in ridente posizione al margine della pianura litoranea, a otto metri di altitudine sul livello del mare e distante sette chilometri da Viareggio. Da qui, abbandonando la provinciale e risalendo i tornanti della via comunale del monte Pitoro, che si unisce alla strada che Camaiore porta a Lucca attraverso la valle interna della Freddana, si possono raggiungere, situate a varia altitudine sulle colline, le frazioni di Pieve a Elici, Gualdo, Montigiano. Successivamente, doppiato a nord lo sperone di Montramito, antico scalo marittimo, oggi proteso dalla terraferma a chilometri dalla costa, le pendici delle colline acquistano un più dolce declivio e danno un respiro più ampio alla pianura e agli abitanti delle frazioni panoramiche di Stiava, Bargecchia, Corsanico e Mommio.

Questo ambiente collinare si caratterizza per la continua trama degli insediamenti agricoli, generalmente di modeste dimensioni, che risultano qui il baricentro della struttura umana e territoriale. Questa sistemazione assai articolata e complessa si è sviluppata sul territorio nei secoli scorsi, storicamente connessa al prevalere di un’organizzazione socioeconomica e territoriale fondata sulla suddivisione coloniale (“appoderamento”) della villa-fattoria, centro direttivo, generalmente localizzato in posizione privilegiata e provvisto di parchi, giardini e palazzi di una certa rilevanza architettonica.

Il nome attuale, Massarosa, suggerisce un insediamento medioevale di derivazione germanica. Il termine “Massa Grausi”, antico nome di Massarosa, deriva dall’unione del termine “massa”, vasta proprietà agricola, con il nome proprio germanico “Grauso”, proprietario del fundus. Cioè il toponimo richiama l’esistenza di una proprietà agricola longobarda, confortata da documenti che attestano la presenza di una curtis, con tutti gli annessi, alla fine del X secolo. In realtà esistono anche insediamenti arcaici molto più antichi; il luogo, forse anche in virtù della sua amenità, possiede cultura plurimillenaria, e di ogni civiltà conserva testimonianze e vestigia.
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Le fasi preistoriche sono attestate nelle grotte di Piano di Mommio e dai rinvenimenti delle cave silicee situate presso il lago di Massaciuccoli. Dalla tarda Età del Ferro all’Età Ellenistica, la frequentazione umana si è caratterizzata come insediamento etrusco, sorto sulle sponde del Lago di Massaciuccoli in funzione delle rotte commerciali, attivate dai principali centri dell’Etruria meridionale verso la vicina costa francese. Della Età Romana restano numerosissimi rinvenimenti, in tutta la zona compresa tra la sponda del Lago e le prime pendici collinari, oltre a due complessi monumentali, pertinenti ad una villa d’otium, di cui oggi sono visibili un piccolo quartiere, alcuni ambienti di servizio ed un imponente complesso termale.All’epoca romana si fanno risalire anche le prime opere di bonifica, le cui tracce rimangono nei toponimi, e l’uso stesso dell’olivo nel territorio; ancora oggi, la presenza e la disposizione di vecchi esemplari sembrano indicare l’antica centuriazione, quando non percorsi viari precedenti.

Gli avvenimenti tra la fine del X e gli inizi dell’XI secolo, con la costa della Versilia spesso dominata da conflitti, battaglie e incursioni, condussero alla costruzione di una serie di castelli e alla ridistribuzione del territorio tra le nobili famiglie locali. Nella medesima epoca furono edificate anche la maggior parte delle chiese.

Sul finire del XIV secolo, la Repubblica di Lucca si assicurò definitivamente il dominio di questa porzione, incluso Camaiore, lasciando Pietrasanta ai fiorentini. La divisione territoriale venne poi ribadita nel lodo di Papa Leone X del 1513. A questi fatti si può far risalire probabilmente anche il germe dell’annosa diatriba riguardo alla Versilia Storica, o Versilia del Fiume, che dura fino ai nostri giorni. Scrive oggi il Bertoli: “I Comuni di Forte dei Marmi, Pietrasanta, Seravezza e Stazzema, con capoluogo Pietrasanta, non ne vogliono sapere di stare inisieme a Camaiore [antica Campus Major], Massarosa e Viareggio. ‘Quella non è Versilia!’, protestano i separatisti…E c’è stata una sorta di Lega, l’ ‘Unione Versiliese’, i cui vertici erano lo scrittore Manlio Cancogni e Giorgio Giannelli, storico del luogo. Tutto dipende dal fatto che la Versilia del sud è stata storicamente legata a Lucca; quella del nord a Pisa. E la Chiesa ha mantenuto e mantiene questa divisione: i quattro Comuni della Versilia Storica sono sotto la diocesi di Pisa, gli altri [compreso Massarosa] sotto la diocesi di Lucca…”. In tempi più recenti, furono infine edificate le numerose ville che ancora punteggiano la campagna massarosese.

Dimore signorili di campagna, fatte innalzare quasi tutte tra il Cinquecento e l’Ottocento, per lo più da ricchi mercanti lucchesi, di riflesso ad un diverso orientamento dell’imprenditoria cittadina. Quando l’industria della seta cominciò ad andare in crisi, si intravide nell’investimento fondiario un rifugio sicuro per i consistenti capitali, accumulati con proverbiale parsimonia e previdenza. Col secolo XVII si cominciarono a costruire ville anche come luoghi “di delizia” o per ragioni di prestigio o di esibizione. Nella villa che sicuramente figura come la più prestigiosa tra le ventisette pur ammirevoli, attuale villa Baldini a Compignano, anche Paolina Bonaparte venne a trascorrere i “cento giorni” circa (3 marzo – 5 giugno 1815) della sua dorata prigionia.

Le ville tramandano, oggi, la storia secolare di una comunità vissuta “all’ombra” delle dimore di intelligenti e previdenti imprenditori; in nessun caso, infatti, furono costruite disgiunte dal calcolo di un soddisfacente profitto ottenuto dall’azienda agricola. Sui colli, solo i terreni più magri e meno agibili erano riservati ai boschi; nel piano, si coltivavano granaglie e orti sui terreni bonificati e riso, che un tempo deteneva il primato della qualità fra tutte le regioni risicole d’Italia, nella parte più bassa. Il resto del suolo pianeggiante non coltivato era costituito dalla palude o, come si dice qui, dal “padule”. Non poche famiglie hanno vissuto, anche se non troppo bene, di pesca e (un po’ meno) di caccia, un tempo abbondanti proprio in quel padule. Tutte queste generazioni con saggezza, volontà e spesso fede hanno trasformato una disordinata sterpaglia e un mareggiare di piante frammiste a stagni, un tempo malsani e selvaggi, in un giardino.

Al Congresso di Vienna del 1815 si deve la nascita del Ducato di Lucca, affidato alla discendenza di Maria Luisa di Borbone Infanta di Spagna, mentre nel 1861 la Provincia di Lucca comprese definitivamente nel suo ambito territoriale l’intera costa della Versilia. A tale data Massarosa faceva parte del Comune di Viareggio; l’autonomia venne poi concessa negli anni dal 1870 al 1875, che condussero all’approvazione finale dello Statuto del Comune.

1 - Nato a Forte dei Marmi nel 1933. Giornalista (“La Nazione”, “Il Tirreno”, RAI, “Stampa Sera”, “Il Gazzettino”, “Il Giornale”, “Gazzetta di Parma”) e poeta. Vive sul lungomare di Fiumetto.