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La città

Comune di Capraia Isola che fa parte della provincia di Livorno ed è il più piccolo Comune della Toscana. Capraia Isola costituisce l'unico piccolo centro abitato del territorio. L'isola può essere raggiunta in barca o con il traghetto con imbarco dal porto di Livorno, da cui dista circa 64 km, e, nel periodo estivo, anche con un servizio di navetta veloce. Capraia fa parte della rete "Natura 2000" come sito d'importanza comunitaria, secondo la normativa CEE 92/43 e, più recentemente, anche del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, istituito il 22 luglio 1996 con Decreto del Presidente della Repubblica, e di cui fanno parte altre sei isole: Gorgona, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri, dette le "Sette Perle dell'Arcipelago Toscano" con i relativi 60.000 ettari di mare. Il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano è il più grande parco marino d'Europa.

La natura rocciosa e scoscesa del terreno che caratterizza l'isola di Capraia ha fatto sì che l'economia del territorio fosse sempre molto povera, basata sulla pesca e su una limitata produzione agricola, consistente in una scarsa produzione di granaglie e in una discreta produzione vinicola. Oggi il peso di queste occupazioni tradizionali è del tutto trascurabile. Il settore su cui si basa l'intera economia locale, in assenza di attività industriali, e nel quale sono impegnati circa i tre quarti della popolazione attiva è il terziario, sostenuto attivamente dal turismo estivo, grazie alla splendida trasparenza dei suoi fondali.

 
L'isola di Capraia offre al turista
numerosi siti di interesse storico che si concentrano nell'entroterra, in particolare nella zona del centro originario della Piana e nell'area della ex Colonia Penale, e sono raggiungibili grazie a sentieri e mulattiere più o meno impegnative. La frazione costiera del centro abitato dell'isola, semplice quanto graziosa, è sede di una piccola marina, alcune abitazioni e diverse attività commerciali che la rendono il cuore della vita cittadina e turistica. Attraverso la vecchia mulattiera, con una breve passeggiata, si sale fino alle tipiche case-fortezza che formano il paese. Queste abitazioni sono caratterizzate da mura molto spesse, pensate per mantenere freschi gli ambienti durante le calde giornate estive, ed erano abitate un tempo solo ai piani superiori per difesa dagli attacchi dei nemici.


Domina il paese il forte di San Giorgio che risale al periodo pisano (XI-XIII secolo);  il suo nome deriva dal Banco di San Giorgio che nel XVI secolo ne ampliò la struttura in seguito alla decisione  di aumentare le difese dell'isola contro  gli attacchi saraceni. Nel 1516, nello stesso periodo in cui fu ampliata la struttura della fortezza, furono costruite anche la Torre del Porto e la Torre dello Zenobito. Le ingenti spese sostenute costrinsero il Banco a vendere l'isola alla Repubblica di Genova nel 1562. Alla base del forte un'area archeologica, unica nel suo genere, impreziosisce ulteriormente il forte stesso: resti di antichi palmenti romani scavati nel tufo. All'ingresso una lapide in marmo raffigura San Giorgio ed il drago. Scendendo verso il porto si incontra la Torre del Porto fatta costruire nel 1516 dal Banco di San Giorgio come difesa del porto dagli attacchi dei pirati. L'edificio è perfettamente conservato, ad eccezione di una garitta per l'avvistamento che è andata distrutta.

Arrivati al porto si incontra La vecchia chiesa romanica di santa Maria Assunta costruita dai Pisani attorno all'XI secolo e modificata in seguito nel XVIII. Divenuta rifugio degli abitanti dell'isola per sfuggire alle incursioni dei pirati, la chiesa ospita numerosi ex-voto e una lapide in ricordo della messa che Papa Innocenzo IV celebrò nel 124 quando sostò sull'isola durante il viaggio da Roma a Genova. I resti delle strutture della colonia penale Istituita nel 1873 e successivamente denominata Casa di lavoro all'aperto ed infine Casa di reclusione di Capraia Isola, non hanno ancora trovato una riqualificazione e rappresentano una risorsa potenziale per l’ulteriore valorizzazione dell’isola. L'istituto penitenziario era costituito da più complessi edilizi denominati "Diramazioni". Oggi restano visibili i ruderi dei terrazzamenti dalle monumentali mura a secco e di alcune strutture, quali l'Aghiale con le celle, la mensa e gli alloggi delle guardie carcerarie, l'ovile, la lavanderia e la Mortola.