Efeso"Ogni paese della terra è aperto all'uomo saggio: perché la patria dell'uomo virtuoso è l'intero universo." ( Democrito )











Nel nome “Città Infinite” è già contenuta la dimensione del movimento e di riflesso la sua prospettiva filosofica di andare oltre i confini materiali e verso l’abbattimento delle barriere mentali e ideali.

Anche nella nascita ed esistenza di ogni centro urbano è implicita tale dimensione, derivandone un’urgenza di apertura verso il mondo esterno e la necessità di stringere relazioni con realtà e popoli diversi per far fronte ai bisogni non solo materiali dell’esistenza.

Nella storia millenaria delle civiltà la cultura si è trasmessa lungo le arterie di collegamento tra le città su cui non sono transitate solo schiere armate, eserciti portatori di distruzione e lutti, ma merci di ogni tipo e allo stesso tempo mercanti, lavoratori, religiosi, artisti, pellegrini o semplici viandanti, uomini con il loro personale carico di sentimenti, idee e progetti: grazie a questo flusso continuo di eventi ed esperienze le città si sono formate e trasformate nel tempo.

A fronte dello sviluppo incessante di tante città, molte altre sono andate perdute sebbene se ne conservino tracce importanti in ogni continente, dalle Americhe all’Asia passando per il bacino del Mediterraneo. Tra questi centri abbandonati e scomparsi figurano città minori i cui nomi sono oggi ignoti, mentre alcune capitali d’importanti civiltà conservano resti di eccezionale bellezza, basti pensare ad Angkor Vat, Teotihuacan, Petra, Hissarlik, Hattusa, Palmira, Delfi, Tanis, etc.

In molti casi l’abbandono definitivo di un luogo coincide con il venir meno delle condizioni che ne avevano favorito l’iniziale occupazione; un fatto che ci ricorda quanto ogni città (ma lo stesso vale per i gruppi sociali) sia sempre un artificio creato dall’uomo per assicurarsi la sopravvivenza, in relazione sia al soddisfacimento dei bisogni primari legati al processo economico di produzione e sostentamento, sia alla sicurezza della collettività dai pericoli provenienti dall’esterno, siano essi naturali o legati alla presenza umana.

Nella maggior parte dei casi la scomparsa di una città è un processo lento e articolato che si protrae negli anni, spesso addirittura nei secoli; solo in alcuni casi è collegabile a un fatto traumatico coincidente con una distruzione o un evento naturale.

Per “Città Infinite” il coinvolgimento di altri comuni esteri e dei relativi enti istituzioni attivi nell’ambito della valorizzazione e tutela del beni culturali è un fine strategico alla base dell’intero progetto. Anche l’imminente realizzazione del portale dell’associazione in lingua inglese costituisce solo un primo passaggio, prevedendo ulteriori traduzioni.

Per sviluppare tali relazioni l’associazione si muoverà sia attraverso i comuni italiani che attraverso la politica dei gemellaggi hanno già creato una serie di rapporti con altri paesi europei ed extra-europei,  sia  facendo leva sulla sinergia operativa tra i soci fondatori e le istituzioni, enti e imprese che stabilmente interagiscono con partner esteri (in particolare saranno dapprima stabilite intese con il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero dei Beni e Attività culturali, il Ministero del Turismo, l’ANCI e l’ AICCRE).

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